La città di Pagani sorge a mezza costa, tra la pianura del basso Sarno e
le pendici del Montealbino, sviluppandosi lungo gli assi viari che
congiungono, oggi come nell’antichità, Nocera con Pompei e Napoli, la
costiera amalfitana e la penisola sorrentina. Nel suo territorio, parte
dell’ager nucerinus, sono state rinvenute tracce romane (ville, strade,
monumenti funerari) ma l’insediamento urbano risale al Medioevo.
All’epoca si formò, dall’unione dei numerosi casali sparsi
nell’ampio territorio tra Cava e Angri una conurbazione che divenne
l’università di Nocera de’ Pagani, esistita fino all’Ottocento e di
cui il casale di Pagani era il centro più popoloso.
Il tessuto urbano si distingue in due aree: il quartiere pedemontano,
Cortimpiano, sorto nel medioevo all’imbocco della strada (la via
Amalfitana) che inerpicandosi verso il valico di Chiunzi metteva in
contatto l’agro con Amalfi, caratterizzato da un doppio sistema
difensivo: una torre pedemontana
ancora esistente (da cui deriva il toponimo),
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in contatto con un’altra struttura, perduta, posta sul culmine della
collina di S. Pantaleone, ai cui piedi si stende l’abitato; la città
quadrata, frutto dell’espansione in età moderna, che occupa lo spazio
tra i due assi viari principali, con la significativa appendice della
frazione di Barbazzano, già casale autonomo in età medievale.
Possiamo iniziare la visita dall’estremità occidentale della città,
dove, lungo la strada che conduce ad Angri, presso un’ampia piazza sorge
il grandioso complesso della Basilica
pontificia di S. Alfonso Maria de’ Liguori, complesso
settecentesco e casa madre dell’ordine dei Redentoristi, che ospita le
spoglie del Santo, il Museo Alfonsiano e una ricca biblioteca. Dalla
basilica inizia corso Padovano (asse cittadino principale), ai cui lati
sono visibili Palazzi settecenteschi con
portali riccamente decorati; al primo incrocio sorge il complesso
della
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Chiesa di S. Maria della Purità con
annesso convento (oggi trasformato in centro di accoglienza), adiacente al
quale compare la villa comunale dominata dal secolare pino. Il corso
finisce nella piazza cittadina centrale perno tra i due nuclei, dominata
dalla Chiesa parrocchiale del Corpo di Cristo (che conserva i corpi dei
due santi martiri Felice e Costanza e una ricca quadreria
cinque-settecentesca); di fronte alla chiesa una lapide e una grande
edicola segnalano l’antica sede del municipio cittadino.
Dalla piazza possiamo iniziare la visita del quartiere pedemontano di
Cortimpiano risalendo via Malet (in un cortile si vede la torre circolare
che dà il nome alla zona), caratterizzata da palazzi sette-ottocenteschi
(tra cui la casa natale del beato Tommaso Maria Fusco); a questa via si
ricongiunge via Perone (che sale verso S. Egidio del Montealbino), dove
sorge il significativo edificio settecentesco di Palazzo Tortora degli
Scipioni, notevole e ben conservato esemplare dell’architettura del
XVIII secolo e via Marrazzo, che punta verso la collina di S. Pantaleone e
ridiscende verso via Striano (entrambe le strade presentano la successione
di cortili e case palaziate). Alla fine di via Striano si raggiunge di
nuovo l’asse cittadino principale presso il Santuario
della Madonna delle Galline, chiesa in cui si venera una famosa
immagine su tavola della Madonna, oggetto di un’importante festa
annuale. Nella piazza D’Arezzo è visibile il palazzo municipale
(seicentesco convento di S. Carlo, degli Scolopi) e, poco discosto, ad
angolo con via Matteotti, una statua reimpiegata, la ‘Dea Lamia’, con
una colonna romana infissa nel muro.
Da via Matteotti (lungo la quale troviamo il complesso seicentesco della Chiesa
del Carminiello ad Arco con annesso Conservatorio) possiamo
intraprendere la visita della parte di città sviluppatasi tra Medioevo ed
età moderna, dall’impianto quadrangolare, con palazzi
sei-settecenteschi, dai portali con stemmi, dalle ampie facciate ornate e
dai cortili chiusi abbelliti da elementi decorativi e da giardini e
profondi e dedalici cortili con i segni dell’abitato povero e rurale. Il
percorso si snoda da via Matteotti a via S. Francesco (alla fine della
quale sorge l’importante chiesa di S. Francesco di Paola con annesso
convento); da via Amendola alla Piazza Martiri d’Ungheria (da cui si
snoda la strada per Barbazzano, antico casale di pianura che conserva
tracce dell’insediamento medievale e rinascimentale); dalla piazza a via
Astarita, ricca di palazzi settecenteschi, anche di notevoli dimensioni e
dai significativi caratteri architettonici.
Risalendo per via Astarita si ritorna sul corso principale all’altezza
della chiesa della Purità e si riprende la visita a partire dal palazzo
municipale. Lungo via Diaz vediamo palazzi sette-ottocenteschi e cortili
che risalgono verso la collina di S. Pantaleone e, alla fine, si incrocia
via Tortora dalle caratteristiche analoghe, rintracciabili anche
proseguendo sull’asse principale che conduce a Nocera, lungo via
Carmine, alla fine della quale troviamo il complesso della Chiesa
del Carmine (con annesso convento oggi scuola), dalla scenografica
facciata settecentesca adorna di statue in stucco.
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